Oggi vi proponiamo la lettera scritta dal nostro DG Andrea Varoli, ribadendovi ancora una volta massima prudenza:
Io e la mia famiglia con il COVID19
Dopo oltre un anno passato a leggere ed interpretare protocolli per le varie fasi di ripartenza, a parlare di sanificazione, distanziamento, mascherine, contatti stretti, zone gialle, rosse e arancioni tutto sembrava essere ormai entrato nella routine quotidiana e poi all’improvviso il COVID quello vero, il virus maledetto è entrato prepotentemente in casa nostra.
Dapprima mio figlio, poi mia moglie ed infine anche io con bruciore agli occhi, forti dolori muscolari e gran mal di testa tutto nel breve tempo di poche ore.
Il primo giorno molto sconcerto e preoccupazione, per dirla in gergo calcistico quando credevamo ormai di averlo saltato con un bel dribbling questo terribile avversario era arrivato silenzioso ed invisibile alle spalle e ci ha steso tutti e tre.
Ora dopo circa una settimana, avendo seguito il protocollo sanitario domiciliare, la situazione è molto migliorata e possiamo sicuramente ritenerci estremamente fortunati per come è andata ma è proprio per questo che ancora con più forza ed ora anche con consapevolezza vorrei ribadire a tutti i nostri ragazzi di porre la massima attenzione, di non sottovalutare mai questa brutta malattia che può colpire chiunque e dovunque.
Fatelo per voi stessi e per i vostri cari, pochi semplici gesti, portare sempre la mascherina, disinfettare le mani, evitare luoghi chiusi ed affollati, possono salvare delle vite umane le vostre, quelle dei vostri genitori e dei vostri nonni.
Credetemi siamo consapevoli che anche voi giovani avete dovuto pagare un prezzo molto alto, un anno di limitazioni nella socialità e nel divertimento ma dobbiamo fare tutti assieme ancora qualche settimana di sacrifici e poi vedrete che con le vaccinazioni e il bel tempo sono sicuro torneremo tutti ad una vita più normale e soprattutto potremo riprendere appieno e con continuità a correre dietro ad un pallone in un bel campo verde.
Ottimismo e Responsabilità
Un abbraccio a presto
Andrea Varoli