BINARI BIANCOVERDI: la 5^ puntata – “Massimo, Paolo e Lorenzo: la Brunetti Dinasty di Osimo Stazione”

Quinta puntata della rubrica “Binari biancoverdi”, che racconta, attraverso aneddoti, ricordi e sentimenti, le storie di personaggi, passati e presenti, che hanno contribuito o stanno contribuendo in maniera significativa alla storia calcistica di Osimo Stazione.
La rubrica è a cura del Dott. Fiorenzo Santini, giornalista ,saggista, poeta e profondo conoscitore del calcio marchigiano e non solo, laureato in Sociologia alla facoltà di Urbino con una tesi dal titolo “Emigrazione Marchigiana in Argentina (tra i suoi innumerevoli lavori di ricerca, non solo nel mondo del calcio, spiccano le ricerche che hanno dimostrato le origini marchigiane del campione del Mondo Lionel Messi , o corrette quelle del campione di basket Manu Ginobili (maceratesi e non fermane), i lavori di ricerca e approfondimento su Renato Cesarini, gloria del River Plate, per non parlare delle origine appignanesi del regista cinematografico Zemeckis).

BINARI BIANCOVERDI: la 5^ puntata – “Massimo, Paolo e Lorenzo: la Brunetti Dinasty di Osimo Stazione”

Se il Milan può giustamente celebrare la Maldini Dinasty con tre generazioni in maglia rossonera, altrettanto può orgogliosamente fare…. l’Osimo Stazione. Infatti il quindicenne Lorenzo è il terzo Brunetti a vestire la maglia biancoverde ed è anche lui avviato ad un promettente carriera come nonno Massimo e babbo Paolo. Fu infatti nonno Massimo Brunetti (classe 1955) ad iniziare questa bellissima e lunghissima storia calcistica destinata a proseguire poi con Paolo (classe 1984) ed oggi con Lorenzo (classe 2009). Massimo Brunetti è stato probabilmente il miglior giocatore dell’intera storia dell’Osimo Stazione ed uno dei giocatori più forti prodotti dal calcio marchigiano in quegli anni; un portiere di altri tempi, coraggioso e spericolato, “pazzo” calcisticamente, specialista nel parare rigori, forte sia un uscita che tra i pali nonostante il suo fisico asciutto che gli valse il soprannome di ‘Ciuga’ (acciuga). Cresciuto nelle giovanili biancoverdi, fu ben presto notato ed acquistato dall’Anconitana con la quale poco più che diciottenne esordì in Serie D nell’anno della promozione in Serie C. Anzi per la precisione il suo esordio, voluto da mister Faccenda, avvenne in precampionato il 14 agosto del 1974 in una amichevole contro il Torino di Zaccarelli e Pulici; ‘Ciuga’ entrò nel secondo tempo , parò un rigore a Mascetti e mantenne la porta inviolata. In quella stagione giocò sette partite e fu notato da quell’autentico talent-scout, ed antesignano dei procuratori moderni, che era il presidente Cavallo dell’Astimacobi (per intenderci aveva scoperto e lanciato l’anno precedente Giancarlo Antognoni). Cavallo gli fece disputare il Torneo Barcanova (il torneo giovanile più importante di quegli anni dopo il “Viareggio”); ebbene Massimo fu tra i protagonisti della vittoria di quel torneo che vide l’Astimacobi superare in semifinale la Juventus (con un rigore parato da ‘Ciuga’ a Pillon) ed in finale il Torino. Il presidente Cavallo lo fece perciò tesserare dal Borgosesia dove risultò il miglior portiere di quel girone di Serie D (come rilevato nelle rubriche della Gazzetta dello sport di quegli anni). Non a caso il presidente Cavallo, diventato proprietario del Mantova, lo portò con sé in Serie C nella città virgiliana; in quell’anno giocò e strinse amicizia con un grandissimo bomber come Jacovone. Questi sarebbe passato poi al Taranto dove divenne l’idolo dei tifosi; morì poi tragicamente in un incidente stradale ed a lui è intitolato oggi lo stadio tarantino. Dopo Mantova , il passaggio alla Vis Pesaro in Serie D dove concluse la stagione con la vittoria del campionato. Quindi il ritorno in Serie C nella gloriosa Alessandria nel 1978/79 con compagni di spessore quali l’ex-ascolano Calisti ed il futuro fiorentino Contratto. Qualche infortunio ne ha precluso una carriera sicuramente più importante (a suo tempo venne richiesto tra le altre società anche dal Toro) e ‘Ciuga’ è tornato a chiudere la carriera dapprima ai Portuali e poi nel grande Agugliano di mister Gambini e dei presidenti Vago e Baleani. Una carriera comunque importante e soprattutto Brunetti era considerato un autentico esempio di classe e volontà per tanti suoi coetanei che giocavano allora nell’anconetano; alla stregua di altri giovani promettenti come Cittadini del Castelfidardo (poi passato alla Maceratese), Messersì della Vigor (andato al Cesena) o i ragazzi della Falconarese Massi, Troncon, Renzi e Catozzi che passarono alla Spal.
A seguire le sue orme ci ha pensato suo figlio Paolo (1984); Paolo , ala tornante con il vizio del goal, è ovviamente cresciuto nel vivaio biancoverde per passare prestissimo anche lui all’Ancona, negli Allievi Nazionali, voluto da mister Senigagliesi. Lo stesso mister lo ha portato con sé poi ad Urbisaglia in Eccellenza, quindi alla Maceratese in Serie D , dove ha giocato accanto tra gli altri all’ex-giocatore di Serie A Porro. In seguito poi al Real Vallesina in Eccellenza e all’Osimana di capitan Mantini in Promozione. Poi alcuni anni in Prima Categoria con Vigor Castelfidardo e Villa Musone; infine chiudere il cerchio tornando all’Osimo Stazione con cui conquistò ai play-out una grandissima salvezza nel 2010/11. Un’ottima carriera con rendimento costante e sempre i suoi 7/8 goal a stagione nonostante il suo ruolo di laterale d’attacco.
La terza generazione della Brunetti Dinasty è ora portata avanti da Lorenzo Brunetti (classe 2009). Il DNA calcistico di nonno e babbo è evidentissimo anche se Lorenzo , come ruolo, è un centravanti di razza. Pur con le dovute cautele derivanti dall’età, si parla già benissimo di lui come di prospetto dalle grandi potenzialità. Attualmente è il cannoniere dei Giovanissimi di Guido Gobbi ed ha all’attivo quest’anno già 28 reti.
Abbiamo parlato con Massimo al campo sportivo della Stazio’ e ,con la sua proverbiale gentilezza e simpatia, ci ha raccontato un po’ di sé: “ Sono soddisfatto di quanto ho fatto nel calcio anche se probabilmente potevo arrivare anche più in alto; fossi stato più diplomatico (eufemismo…) forse avrei potuto giocare di più ed anche in categorie superiori ma è andata così. Tra l’altro il mio modo di giocare in porta in maniera spericolata ed impetuosa (alla…. Lido Vieri) mi ha costretto anche a subire parecchie “botte” ed infortuni. Comunque ricordo con affetto tanti miei ex compagni o avversari quali PIllon, Il povero Jacovone, Calisti e Beccalossi. Ad Evaristo mi lega l’aver fatto la Compagnia Atleti con lui ed era lui, allora al Brescia, che mi portava con la sua auto da Bologna a Mantova quando giocavo coi virgiliani. Ho seguito poi la carriera di mio figlio e me lo sono “goduto” in tutti gli anni che ha giocato Ora seguo mio nipote e , pur senza alcuna pressione o illusione, devo dire onestamente che è davvero promettente. Concludo, da ex-portiere, facendo i complementi agli attuali portieri dell’Osimo Stazione, Benedetto Bottaluscio e Alex Bonifazi; un vero lusso per la categoria”.
Paolo Brunetti, che oggi milita nella squadra dell’Osimo Stazione Five, campionato di Seconda Categoria, invece ci ha detto: “Anche io, nel mio piccolo, ritengo di aver fatto una buona carriera grazie anche al ….DNA, ai consigli e agli insegnamenti di mio padre. Devo poi ringraziare in particolare mister Senigagliesi che è stato il mio autentico mentore sin da giovanissimo e che, in seguito, mi ha sempre voluto nelle sue squadre. Poi ho avuto la fortuna di giocare anche con giocatori ed “uomini” che mi hanno insegnato molto sia in campo che fuori quali Porro a Macerata e Mantini ad Osimo; sono felice poi di aver giocato in alcune piazze e società serie ed importanti della nostra regione. Seguo ora ovviamente anche io, come babbo, Lorenzo e gli auguro diventare un buon giocatore, come promette, ma anche corretto e leale come me e babbo ‘Ciuga’”.